mercoledì 15 febbraio 2012

Perchè San Remo è San Remo

Ieri era SanValentino.
Azzurro mi ha portato a cena, ha fatto il romanticone, ha commentato con me i nostri vicini di tavolo 50-year-old (dovrebbero vietare certi comportamenti affettuosi in pubblico, se hai una certa età. Soprattutto se sei nato con la TV in bianco e nero e la signora seduta accanto a te ha un palese accento sovietico) etcetera etcetera.
Tutto molto bello.
Non voglio sminuire, assolutamente.
Ma siam dovuti tornare presto, ieri.
Perché, più che SanValentino, era il primo giorno.
Il primo giorno di Festivàl!

Il mio vecchio blog (quello che uccisi, in uno scatto d’orgoglio) aveva addirittura una categoria dedicata. Perché io ci sento.
Ricordiamoci tutti che io tifavo per Povia, ai tempi del Piccione. E che la prima domanda che feci qualche anno fa alla scontrosa barista dell’aeroporto di Bologna all’alba della domenica mattina, atterrata in suolo italico dopo una vacanza coincidente con il Festivàl, fu “chi ha vinto San Remo?”.
Ho anche aspettato che la Zit mi recensisse la prima serata (dopo aver letto le passate edizioni, l’avevo eletta massima esperta in materia sanremese), ma per ora tace.
E allora vado io.
Perché San Remo è San Remo.

Quest’edizione si preannuncia sottotono.
In primo (secondo e pure terzo) luogo perché la valletta a dato foirfat.
Torcicollo?Cervicale? Suvvia, c’ha diciannove anni! Io ha diciannove anni facevo di ogni cosa, e non mi fermava nemmeno la febbre. Vabbè.
Insomma l’Ivana non c’era (ma dice che ci sia stasera) e hanno dovuto riprendere per i capelli la Canalis e la Belen (che fa pure una gaffe dicendo che regalerà un vestito “nuovo di stecca” alla valletta titolare), vestiterle-pettinarle-truccarle e sbatterle sul palco (no, non in quel senso).
Com’erano?
Carine.
Soprattutto la Belen che aveva un vestito meraviglioso.
La Canalis (di bianco vestita), invece, ha dato una pessima prova d’attrice interpretando l’Italia, un’Italia sarda, ma pur sempre l’Italia. Si vede che ha fatto la gavetta nei film di Boldi.

Celentano.
Per chi si fosse perso un qualunque telegiornale nelle ultime due settimane, non solo abbiamo il relitto della Concordia davanti all’Isola del Giglio, l’emergenza neve, Roma ritirata dalla candidatura olimpica, ma anche e soprattutto Celentano come ospite fisso del festivàl.
Non canta, non è in gara. Fa i discorsi da bar con gli effetti speciali, sissignori.
Niente contro Adriano, per carità. Solo che non c’entrava una benemerita.
Per par condicio, ha avuto da polemizzare con tutti. Consulta, Chiesa, Giornali, RAI, governo, UE, Aldo Grasso, Grecia: in pratica ce n’è per tutti. Si poteva fare il giochino celo-celo-manca (lanciato dallo stesso Morandi un lustro fa), per vedere quando eri d’accordo e quando no.
Il tutto, per modici 50 minuti di monologo. Praticamente un programma nel programma. Metatelevisione.
Talmente meta televisione, che poi canta. Ma non è in gara, attenti!

Approposito di gara, il voto della giuria demoscopica (come si fa a farne parte? È tutta la vita che da grande voglio fare la giurata di San Remo, io! Ho pure il giusto orecchio della donnetta!) va in tilt, e di conseguenza anche la gara.
Quindi nessun eliminato. Stasera si rifà tutto da capo.
Questo ci farà rivedere D’Alessio (Gigi ti amo!, indimenticata et indimenticabileTatangelo) e la Bertè, in coppia, altresì detti “il bulletto di periferia e la strappona agè”.

Ed arriviamo al punto centrale e cioè le canzoni.
Il primo ascolto è sempre un po’ così, bisogna farci l’orecchio, ormai lo si sa (tant’è che ho dovuto fare un po’ di ascolto sul tubo, prima di scrivere!).
Segnalo solo quello che non mi è dispiaciuto e cioè Noemi –X-Factor-made (che non si sa vestire), Samuele Bersani (classica canzone di Bersani per chi apprezza), Marlene Kuntz (snaturati con moderazione) e Nina Zilli (nel suo centro).
Fra i ni, annovero: Renga (canzone di Renga da Festival. Angeloooooo…), Dolce Nera (ma che capelli ha?), Arisa (pure lei è un po’ troppo sanremese) ed Emma-Amici-made (glamour rock forever).
Ed infine, tra i no -machetelodicoaffà- ci sono il duo di cui sopra, i Matia Bazar (non è per cattiveria, ma le loro canzoni sono tutte identiche), Eugenio Finardi (ma un taglio di capelli più consono, no?), Chiara Civello (Lei chi è? Avrebbe cantato Renatissimo), Dalla&compagno e Irene Fornaciari (ma lo sapeva di essere all’Ariston oppure pensava di essere all’okkupazione del suo Liceo?).

Come ogni anno, ormai, rimpiango il Piccione, LucaEraGay, Turutturu e i Fiumi di Parole.
Per il resto, c’aggiorniamo strada facendo.

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