venerdì 10 febbraio 2012

Dei locali, dei tamarri, delle donne

Sono andata a prendere una pizza ad asporto.
Dove?
Al Forno. Già, perché ormai i locali fighi non sono più i ristoranti, o le trattorie, o i bistrot (no, le pizzerie non le metto perché non sono mai state fighe!)... no. Ora si va a cena al Forno, o alla Macelleria, se vuoi il pesce vai in Pescheria e non per comprare le materie prime. No, vai lì e ceni. Sono locali mascherati da botteghe-old-made.
Tu ci resti male: pensi di comprare mezzo kg di pane e invece no, c'è tutta l'alta società tirata a lucido per il venerdì sera.
E' una delusione. Prima lo sapevi, dove andare, sapevi come vestirti, come entrare e ora, invece è una giungla di sabbie mobili: puoi andare in tuta al ristorante e infichettata dal pescivendolo.

Ebbene, io entro, comunico il mio nome e la cameriera mi indica uno sgabello dove aspettare.
Mi siedo, e aspetto la pizza che sarà la cena mia e di Azzurro.
Per ammazzare l'attesa, mi guardo intorno.
Cerco di capire chi ho intorno.

Cena di famiglie. Non m'interessa.

Cena di quattro post adolescenti emule di Sex And The City. Qualcuno però dovrebbe dire a queste giovinette che quello che sta bene a Carrie Bradshaw non necessariamente sta bene o è indicato su una fanciulla con ancora il peso dell'adolescenza sulle cosce. Idem per i vestiti alla Gossip Girl: Serena e Blair pesano 50 kg in due e non per gamba! E comunque, i tronchetti fanno le gambe grosse pure a loro.

Uomini in fase aperitivo.
Uh!, penso, è tornato di moda il taglio di capelli che usava quando facevo le medie!
No.
Non è mai tornato di moda, per il semplice fatto che non è mai andato. Era, anche all'epoca, un tentativo mal riuscito. Ne sono sicura.
Okay, vi perdono il taglio.
Però il moncler blu elettrico, no. Eddai, cari, va bene il freddo, ma non c'è bisogno. Dico sul serio, state in Toscana, mica a Canazei.
E poi, cari amici dell'aperitivo, perché vi mettete una giacca a vento adatta all'alta montagna e una maglietta a mezze maniche di Lupin o similari?! Perché non un bel cappotto e un maglione? Che il color aragosta del vostro viso dovuto all'improprio uso delle lampade UVA, vi abbiano obnubilato la capacità decisionale?
No, tesori miei, nemmeno le Timberland vi salvo. E non perché non mi piacciano o perché non siano indicate (abbiamo sempre la neve per terra, non dimentichiamolo), ma solo perché non si portano sopra i jeans. Sono scarponcini, non stivali, perdio!
E, per finire, cari non ve la tirate con la cameriera. Non vi sta sfanculando solo perché è sul luogo di lavoro, ve lo giuro.

Infine le Fighe di Legno.
Balenciaga al braccio, capelli in morbide onde, cappotto grigio d'ordinanza, una rinoplastica di rappresentanza, eye-liner come se piovesse, fard (e non blush, vi prego!) a profusione. Una ha addirittura un manicotto, un manicotto! Meglio di Anna Karenina alla stazione!
Si guardano intorno con aria vagamente annoiata dribblando i tamarri di cui sopra e s'avviano al loro tavolo. Mi passano vicine perché senta chiaramente il loro discorso: parlano della Concordia (la nave, non la dea greca) e del fatto che hanno troppa paura di fare una crociera, loro. Esticazzi.
Perché non parlare di unghie e capelli? Almeno giochi la carta "chiacchiere da donne".

Purtroppo, poi, m'hanno consegnato la pizza.
Peccato.
C'avrei scritto una tesi di sociologia, in un altro quarto d'ora.

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