mercoledì 22 febbraio 2012

The cat came back

Ho sempre amato i gatti, tanto da temere di diventare una zitella gattara.
E la scena della gloriosa Michelle Pfeifer (ante botox) che, in "Batman - Il ritorno", viene rianimata dai felini, mi è sempre piaciuta.

Poi ieri sera, tornata dai festeggiamenti carnevaleschi, ho visto questo.

É un amore finito.

lunedì 20 febbraio 2012

L'alba del giorno dopo (e di quello dopo ancora)

Cosa resterà, di questo San Remo?

Zanni Morandi che parla come se fosse spiritato, per colpa di un gobbo posizionato troppo in alto.

La valletta bella-e-solo-bella, che non c’è la prima sera e che, in quelle successive, se c’è o non c’è cambia poco.

Rocco Papaleo che, nonostante le marchette continue a Costume National, si difende bene e soprattutto difende il Festival.

Celentano che predica e viene fischiato per finta, come la storia del tentato suicidio del 1995.

Belen e il mistero delle sue mutatis-mutandis.

La Canalis NP.

I maestri d’orchestra peggio vestiti di tutte le 62 edizioni, considerando che addirittura uno aveva i jeans con la catena, che erano di moda ai tempi degli East17, tipo nel 1994.

D’Alessio&Bertè verranno ricordati come emblema del trash e della tamarraggine sdoganata, in Eurovisione. Un esempio su tutti, lo si trova qui.

*Momento Capelli*

L’incapacità della stylist di Noemi, che è riuscita a trovare gli abiti dai colori che peggio si abbinavano ai suoi capelli rosso fuoco (salvo l'abito di venerdì, di cui ho già fatto le lodi, ndV).




Rapida carrellata di Noemi e dei suoi look.


I capelli striati di verde di Dolcenera, che ricordano il colore dei Velociraptor di Jurassic Park III.

Il taglio terribile di Pierdavide Carone, che alla fine l’ha pure penalizzato al televoto, secondo me.





Pierdavide Carone, emo version.



*Fine Momento Capelli*

Arisa che s’è riscoperta figa.

Bersani che è in assoluto il più figo. C'ha 42 anni, ma continua ad essere belloccio come ai tempi di Chicco e Spillo. E poi è il sosia di Azzurro, come dicono le mie colleghe, quindi vale doppio.

Io che qui becco tre nomi su quattro, tra i vincitori. L’anno prossimo vado alla Snai

venerdì 17 febbraio 2012

E fu sera e fu mattina. Quarto Giorno.

Appunti sparsi, del poco che visto nel pre-uscita del venerdì sera (tanto dicono il vincitore dei GGGiovani-Social, quindi se ne può parlare tranquillamente domani).

1. Noemi aveva un vestito che le faceva perdere tre taglie. Lo voglio. Dimmi dove l'hai comprato, adesso.

2. Grignani che dice "Grande Dalla" è credibile come quando mi trovavano le sigarette in tasca a diciassette anni e dicevo che non erano le mie.

3. D'Alessio e Bertè hanno toccato il fondo, cominciato a scavare e preso una trivella per andare ancora più giù con la performance con Fargetta. Fargetta, anche tu, che cazzo fai? Per soldi si fa tutto, sono d'accordo ma resta la dignità. Dignità, semplicemente.
Giggi-ti-amo-D'Alessio sembrava uno scuretto di Scampia, il dettaglio trash era la maglietta con stampata la foto del figlio. E tutta quella gente sul palco? No davvero, non ce la posso fare.

4. DolceNera dai capelli verdi aveva un abito che mai nella vita, per non parlare dei sandali giusti a Pantelleria, ma non a Sanremo.

5. Bersani anche se sentito alla radio mentre ero in macchina è apprezzabile, ma non so cosa avesse addosso il che è una grave mancanza.

6. La Civello con Francesca-X-Factor-Made (vestita come Barbie Notte di Stelle) sembrava ancora più vecchia. Mai mettersi accanto una giovinetta, pena sembrare una carampana in tempo 0.

7. La Ferilli è invecchiata tantissimo. Si vede il botox, il silicone, il titanio e i ricchi coittilon.

8. Papaleo che stronca l'Ivana è stato uno fra i migliori momenti, fin'ora.

9. Basta con le marchette sugli abiti, ci sono i titoli di coda appositamente, c'è internet, c'è DivaeDonna. Sennò i settimanali da parrucchiera cosa raccontano?

10. Fermate il tizio napoletano di "Benvenuti in ogni dove", vi prego. Sta facendo battute sul fatto che i francesi non hanno il bidet. Su RaiUno. Al Festival. Nel 2012. Epic Fail.

11. Emma ha finalmete un vestito da donna, Alessandra Amoroso sembra Eva Kant denoiantri. Riletterei un attimo sul fatto che Emma s'è fatta portavoce del malessere popolare sul precariato. Pensiamo un attimo al dramma culturale del nostro povero Paese.

Il gran finale domani, adesso è l'ora della vita sociale.

Appunti sparsi - E fu sera e fu mattina. Terzo Giorno.*

Terza serata: io devo uscire, porcoGiuda!, che ho una riunione da coordinare.
Più veloce della luce, esco di casa alle 21.00, faccio la mia mini riunione, sbologno tutti e alle 23.00 sono di nuovo al presidiare il Festivàl.

Mi son persa la Civello (continuo a chiederlo: chi è?) con Mr-Bombastic-Shaggy (palusibile una limonata dietro le quinte fra i due), Samule Bersani con Goran Bregovic in salsa romagnola, Nina Zille e Skye (viste sul tubo. Carine insieme, molto!, anche se la Zilli ha optato per un look alla Ferrero Rocher) con un evergreen di Mina.
Ho perduto anche i Matia Bazar con Al Jarreau (ma sono io ignorante? Chi è?) con una canzone diversa dal solito solo perchè non è la loro, ma de "Il Padrino", Emma (nuda) con Gary Co e Arisa con José Feliciano.
Non ho visto nemmeno la Pellgrini: mi chiedo se è sembrata uno scaricatore di porto di Mestre sui tacchi come al suo solito, oppurenò. Dubbi esistenziali.
Poi Francesco Renga e Sergio Dalma, Dalla&Carone con Mads Langer che cantano prima in napoletano, poi la canzone della Wind "You're not alone", Irene Fornaciari e il chitarrista dei Queen, al secolo Brian May.

Finalmente sono a casa!
Decido che vale la pena scrivere un post in diretta su quello che vedo.
Tardi, certo, ma intanto è online.
Il tutto mentre nasce l'amore per Beth, un'altra piccola donna moderna.

Ho appena visto il duetto Marlene - Patti Smith, in "Impressioni di Settembre" prima e in "Because the Night" dopo. In due parole: TANTA-ROBA. Lei è invecchiata tanto ma, DioMio, quando canta è sempre meravigliosa. Vai Patti, altro che la tua omonima italica!

Dopodichè Giggi-ti-amo-D'Alessio, con la strappona Bertè che cantavano (uhhhh... che sorpresa!) "Almeno tu nel'universo" di Mia Martini, con Macy Gray. C'era più Xanax in quei tre, che in casa mia. Il buongusto non l'avevano invitato, anche se l'interpretazione è stata notevole.

Finardi E Noa. Lei sembrava Ariel ("La Sirenetta", ndV)in versione multiraziale. Lui... che dire... semplicemente, deve fare amicizia col barbiere, c'è poco da fare. Ovviamente l'ennesimo grande tributo alla musica napoletana ci sta sempre. E poi la canzone de "La vita è bella".

Ora Dolcenera con bianco-rapper-tatuato detto Prof. Green (chi è?). Qualcuno dica a Dolcenera che 2 kg in più l'aggraziano, anzichenò. Prima cantano Vasco con "Vita Spericolata" (avanguardia!) e poi marchettona con l'ultimo singolo della DolceNera.

Noemi con Sarah Jane Morris (ma solo io non li conosco tutti questi famosissimi big stranieri?) che cantano "Amarsi un po' " di Battisti. Noemi, tesoro, denuncia IMMEDIATAMENTE il tuo stylist. Che va bene che è la serata dedicata all'Italia nel mondo, ma con i tuoi capelli il verde non puoi indossarlo mai. "Chi di verde veste a sua beltà s'affida", lo dicono anche EnzoeCarla. Fidati. Se non di me, di loro. E tu, sconosciuta Sarah Jane Morris, sei all'Ariston, non al Mulin Rouge. Ricordatelo, per la prossima volta!
Oddio, cantano Tracy Chapman. Adoro. Non riesco ad essere oggettiva con Tracy Chapman.

Balletto dell'Ivana. Figa è figa, nessuno lo mette in discussione, ma si muove come la Maria ai tempi di "C'è posta per te" con Kledi. E non ditemi che il torcicollo le è venuto per questo, che sennò io ho il gomito del tennista per le sessioni di piastra ai capelli.

Ricantano i morituri. Ave Zanni, morituri te salutant.
Cominciano Dalla&Pierdavide.
Pierdavide, te lo devo chiedere, perchè questi capelli? Li avevo taciuti per buongusto ma ora non posso che denunciare il fatto. C'hai quasi trent'anni anche te, non è il caso di fare il bimbominkia. Ho smesso io, puoi farcela anche tu! La canzone non mi piace, l'ho già detto.

D'Alessio e Bertè. Lui senza giacca di pelle è quasi irriconoscibile. Lei con le autoreggenti a vista è da bollino rosso. La canzone non la salvo nemmeno con tutto il sonno che ho in questo momento. E le chitarre elettriche graffianti e finte rock sono pioggia sul bagnato, sappiatelo.

Irene Fornaciari. Riesce ad essere ogni sera sempre peggio vestita. Zanni comincia ad aver sonno, si dimentica di dire il codice. Intanto giungo alla conclusione che tutti quelli che sono all'Ariston domani sono in ferie, vista l'ora indegna. E io no.
Irene è inascoltabile, davvero. La canzone s'intitola "Il mio grande mistero", anche se in realtà il mistero è come faccia ad essere lì. Fa Fornaciari di cognome, giusto. Eco svelato il mistero.

I Marlene con Samuel dei Subsonica (poco si nota l'aggiunta. Ma adoro, a prescindere). Non è il loro ambiente, è palese, ma io tifo per loro. Anche se il lupetto sotto la camicia non va bene . E sono invecchiati male, questo non me lo leva dalla testa nessuno.

Dai che finisce, dai.
Siparietto riempitivo. Vogliamo dare la linea direttamente a UnoMattina?
Amarcord di Zanni. Eddaje Zanni, dicci chi va e chi resta. Forza, chiudiamo 'sto televoto.
Televoto chiuso, finalmente. Ci siamo.

I Marlene vincono il premio della stampa StiCazzi per l'interpretazione con Patti Smith. Vedrai che vincono pure la critica, io l'avevo detto. Ricordatevelo tutti.

Riammessi Dalla&Pierdavide e D'Alessio&Bertè.
Maddai.
In pratica: un emo adulto, un napoletano e una strappona. Che amarezza.


*editato all'alba del giorno dopo, in seguito a documentazione su ciò che è avvenuto in mia assenza.

giovedì 16 febbraio 2012

La vispa Teresa avea fra l'erbetta, nel volo sorpresa gentil farfalletta

Sulla seconda serata c'è poco o nulla da dire: canzoni-canzoni-canzoni. Decisamente troppe, secondo me.
Sugli eliminati è bene non dir niente, dato che stasera si ripesca. Sui GGGiòvani non m'esprimo, perché io non salvo nessuno.


Non salvo nemmeno il NonGiò e Biggio, che a me hanno fracassato con i loro sketch che piacciono tanto ai gggiovani-bimbiminkia. Che siamo sempre all'Ariston, mica a Jersey Shore, porca miseria!
Celentano non s’è visto, altrimenti si finiva giustigiusti per UnoMattina.

Però, per un Adriano che va, c’è un’Ivana (e non Ivanka come s’ostina a chiamarla Zanni Morandi) che viene.
Bella figliola.
Abbiamo appurato che sa leggere il gobbo, perchè senza è l'equivalente di una (bella) statua.
E che il vestito nero (Ferragamo) era davvero bello.
E che il vestito pesca fa troppo effetto paralume.
E che avrà anche più tette dei Belen, ma a me non sembra.

Ma soprattutto, signori miei, ieri è stata la serata della farfalla (sì, quella!) di Belen.
Vista in tutte le salse, ad onor di cronaca.


Mentre scende le scale.



Mentre Presenta.




Ingrandita.


Insomma, una serata svolazzante.

PS: Ad oggi la mia previsione di podio (in barba alle mie preferenze) è Nina Zilli-Emma-Arisa (per la proprietà commutativa si possono mettere in ordine a proprio gradimento). Al più, se deve vincere pure un’uomo, pure Finardi (il cantautorato è come il prezzemolo, ci sta sempre). Premio della critica ai Marlene o a Bersani.

mercoledì 15 febbraio 2012

Perchè San Remo è San Remo

Ieri era SanValentino.
Azzurro mi ha portato a cena, ha fatto il romanticone, ha commentato con me i nostri vicini di tavolo 50-year-old (dovrebbero vietare certi comportamenti affettuosi in pubblico, se hai una certa età. Soprattutto se sei nato con la TV in bianco e nero e la signora seduta accanto a te ha un palese accento sovietico) etcetera etcetera.
Tutto molto bello.
Non voglio sminuire, assolutamente.
Ma siam dovuti tornare presto, ieri.
Perché, più che SanValentino, era il primo giorno.
Il primo giorno di Festivàl!

Il mio vecchio blog (quello che uccisi, in uno scatto d’orgoglio) aveva addirittura una categoria dedicata. Perché io ci sento.
Ricordiamoci tutti che io tifavo per Povia, ai tempi del Piccione. E che la prima domanda che feci qualche anno fa alla scontrosa barista dell’aeroporto di Bologna all’alba della domenica mattina, atterrata in suolo italico dopo una vacanza coincidente con il Festivàl, fu “chi ha vinto San Remo?”.
Ho anche aspettato che la Zit mi recensisse la prima serata (dopo aver letto le passate edizioni, l’avevo eletta massima esperta in materia sanremese), ma per ora tace.
E allora vado io.
Perché San Remo è San Remo.

Quest’edizione si preannuncia sottotono.
In primo (secondo e pure terzo) luogo perché la valletta a dato foirfat.
Torcicollo?Cervicale? Suvvia, c’ha diciannove anni! Io ha diciannove anni facevo di ogni cosa, e non mi fermava nemmeno la febbre. Vabbè.
Insomma l’Ivana non c’era (ma dice che ci sia stasera) e hanno dovuto riprendere per i capelli la Canalis e la Belen (che fa pure una gaffe dicendo che regalerà un vestito “nuovo di stecca” alla valletta titolare), vestiterle-pettinarle-truccarle e sbatterle sul palco (no, non in quel senso).
Com’erano?
Carine.
Soprattutto la Belen che aveva un vestito meraviglioso.
La Canalis (di bianco vestita), invece, ha dato una pessima prova d’attrice interpretando l’Italia, un’Italia sarda, ma pur sempre l’Italia. Si vede che ha fatto la gavetta nei film di Boldi.

Celentano.
Per chi si fosse perso un qualunque telegiornale nelle ultime due settimane, non solo abbiamo il relitto della Concordia davanti all’Isola del Giglio, l’emergenza neve, Roma ritirata dalla candidatura olimpica, ma anche e soprattutto Celentano come ospite fisso del festivàl.
Non canta, non è in gara. Fa i discorsi da bar con gli effetti speciali, sissignori.
Niente contro Adriano, per carità. Solo che non c’entrava una benemerita.
Per par condicio, ha avuto da polemizzare con tutti. Consulta, Chiesa, Giornali, RAI, governo, UE, Aldo Grasso, Grecia: in pratica ce n’è per tutti. Si poteva fare il giochino celo-celo-manca (lanciato dallo stesso Morandi un lustro fa), per vedere quando eri d’accordo e quando no.
Il tutto, per modici 50 minuti di monologo. Praticamente un programma nel programma. Metatelevisione.
Talmente meta televisione, che poi canta. Ma non è in gara, attenti!

Approposito di gara, il voto della giuria demoscopica (come si fa a farne parte? È tutta la vita che da grande voglio fare la giurata di San Remo, io! Ho pure il giusto orecchio della donnetta!) va in tilt, e di conseguenza anche la gara.
Quindi nessun eliminato. Stasera si rifà tutto da capo.
Questo ci farà rivedere D’Alessio (Gigi ti amo!, indimenticata et indimenticabileTatangelo) e la Bertè, in coppia, altresì detti “il bulletto di periferia e la strappona agè”.

Ed arriviamo al punto centrale e cioè le canzoni.
Il primo ascolto è sempre un po’ così, bisogna farci l’orecchio, ormai lo si sa (tant’è che ho dovuto fare un po’ di ascolto sul tubo, prima di scrivere!).
Segnalo solo quello che non mi è dispiaciuto e cioè Noemi –X-Factor-made (che non si sa vestire), Samuele Bersani (classica canzone di Bersani per chi apprezza), Marlene Kuntz (snaturati con moderazione) e Nina Zilli (nel suo centro).
Fra i ni, annovero: Renga (canzone di Renga da Festival. Angeloooooo…), Dolce Nera (ma che capelli ha?), Arisa (pure lei è un po’ troppo sanremese) ed Emma-Amici-made (glamour rock forever).
Ed infine, tra i no -machetelodicoaffà- ci sono il duo di cui sopra, i Matia Bazar (non è per cattiveria, ma le loro canzoni sono tutte identiche), Eugenio Finardi (ma un taglio di capelli più consono, no?), Chiara Civello (Lei chi è? Avrebbe cantato Renatissimo), Dalla&compagno e Irene Fornaciari (ma lo sapeva di essere all’Ariston oppure pensava di essere all’okkupazione del suo Liceo?).

Come ogni anno, ormai, rimpiango il Piccione, LucaEraGay, Turutturu e i Fiumi di Parole.
Per il resto, c’aggiorniamo strada facendo.

venerdì 10 febbraio 2012

Dei locali, dei tamarri, delle donne

Sono andata a prendere una pizza ad asporto.
Dove?
Al Forno. Già, perché ormai i locali fighi non sono più i ristoranti, o le trattorie, o i bistrot (no, le pizzerie non le metto perché non sono mai state fighe!)... no. Ora si va a cena al Forno, o alla Macelleria, se vuoi il pesce vai in Pescheria e non per comprare le materie prime. No, vai lì e ceni. Sono locali mascherati da botteghe-old-made.
Tu ci resti male: pensi di comprare mezzo kg di pane e invece no, c'è tutta l'alta società tirata a lucido per il venerdì sera.
E' una delusione. Prima lo sapevi, dove andare, sapevi come vestirti, come entrare e ora, invece è una giungla di sabbie mobili: puoi andare in tuta al ristorante e infichettata dal pescivendolo.

Ebbene, io entro, comunico il mio nome e la cameriera mi indica uno sgabello dove aspettare.
Mi siedo, e aspetto la pizza che sarà la cena mia e di Azzurro.
Per ammazzare l'attesa, mi guardo intorno.
Cerco di capire chi ho intorno.

Cena di famiglie. Non m'interessa.

Cena di quattro post adolescenti emule di Sex And The City. Qualcuno però dovrebbe dire a queste giovinette che quello che sta bene a Carrie Bradshaw non necessariamente sta bene o è indicato su una fanciulla con ancora il peso dell'adolescenza sulle cosce. Idem per i vestiti alla Gossip Girl: Serena e Blair pesano 50 kg in due e non per gamba! E comunque, i tronchetti fanno le gambe grosse pure a loro.

Uomini in fase aperitivo.
Uh!, penso, è tornato di moda il taglio di capelli che usava quando facevo le medie!
No.
Non è mai tornato di moda, per il semplice fatto che non è mai andato. Era, anche all'epoca, un tentativo mal riuscito. Ne sono sicura.
Okay, vi perdono il taglio.
Però il moncler blu elettrico, no. Eddai, cari, va bene il freddo, ma non c'è bisogno. Dico sul serio, state in Toscana, mica a Canazei.
E poi, cari amici dell'aperitivo, perché vi mettete una giacca a vento adatta all'alta montagna e una maglietta a mezze maniche di Lupin o similari?! Perché non un bel cappotto e un maglione? Che il color aragosta del vostro viso dovuto all'improprio uso delle lampade UVA, vi abbiano obnubilato la capacità decisionale?
No, tesori miei, nemmeno le Timberland vi salvo. E non perché non mi piacciano o perché non siano indicate (abbiamo sempre la neve per terra, non dimentichiamolo), ma solo perché non si portano sopra i jeans. Sono scarponcini, non stivali, perdio!
E, per finire, cari non ve la tirate con la cameriera. Non vi sta sfanculando solo perché è sul luogo di lavoro, ve lo giuro.

Infine le Fighe di Legno.
Balenciaga al braccio, capelli in morbide onde, cappotto grigio d'ordinanza, una rinoplastica di rappresentanza, eye-liner come se piovesse, fard (e non blush, vi prego!) a profusione. Una ha addirittura un manicotto, un manicotto! Meglio di Anna Karenina alla stazione!
Si guardano intorno con aria vagamente annoiata dribblando i tamarri di cui sopra e s'avviano al loro tavolo. Mi passano vicine perché senta chiaramente il loro discorso: parlano della Concordia (la nave, non la dea greca) e del fatto che hanno troppa paura di fare una crociera, loro. Esticazzi.
Perché non parlare di unghie e capelli? Almeno giochi la carta "chiacchiere da donne".

Purtroppo, poi, m'hanno consegnato la pizza.
Peccato.
C'avrei scritto una tesi di sociologia, in un altro quarto d'ora.

martedì 7 febbraio 2012

"É così, è dura la vita se sposi un calciatore" *. E sti cazzi, no?!

Ieri sera, LA5 (il canale per le casalinghe di Voghera, le carampane et le nostalgiche del trash) ha ufficialmente indetto la serata de “in memory of”, passando le repliche di uno dei più brutti prodotti Mediaset: “Ho sposato un calciatore”.
Per chi avesse dimenticato, passò in prima serata un lustro fa circa e narrava le non (troppo) dorate vite di tre coppie di calciatori di una fantomatica squadra di serie A, in quattro o cinque puntate.
Ad onor di cronaca, va detto che la serie fu un flop assoluto, che non ebbe seguito e sparì per sempre dal palinsesto. Non è mai stata replica nemmeno nei pomeriggi dei mesi estivi, quando passano (nell’ordine): “Le stagioni del Cuore” (Anna Mono-espressione Valle, Alessandro Prezzemolino Gassman e sempr’adolescente Martina Stella), “Elisa di Rivombrosa 1-2-3” (Vittoria Occhio Spento Puccini e Alessandro Sopravvalutato Preziosi), “Questa è la mia Terra” (Roberto Semprevecchio Farnesi e Kasia Smutniak-Taricone) e “L’onore e il Rispetto 1-2” (Gabriel Occhio Languido Garko, Manuela Tanta Robba Arcuri e Serena So Fare Tutto Autieri).

E invece, ecco che il proliferare di canali (colpa di babbo Digitale Terrestre) ha riportato alla luce tutta una sfilza di pilot di programmi registrati ma mai decollati, film so 80’s and so 90’s che ci rivelano celebrità agli esordi (con spalline, rossetto marrone mat, permanente e tanti altri ricchi coittillon) e poi, sì, pure le serie sfigo-trash.
Ovviamente io le amo, le serie trash. Proprio perché sono brutte in sé, perché non le puoi salvare.
È la sindrome di Ettore, di greca memoria.

E, “Ho sposato un calciatore” è la reginetta di queste.
Analizzando bene la prima puntata (rivista ieri) è facile capire i perché. Nell’ordine:

1. Il cast. Pressochè sconosciuto all’epoca (si salva solo Jane Alexander, cattivona del già citato feuilleton di Rivombrosa), assolutamente sconosciuto oggi. Da breve ricerca su Wiki, il massimo della vita degli attori è stato avere una parte ne “L’Ispettore Coliandro”, o vincere “Ballando con le Stelle”. Il che la dice lunga. Sappiate che accreditati ci sono pure Costantino Vitagliano (unico e compianto tronista degno di tale nome) e Maria Monsè (nota per lo scandalo Vallettopoli e non per i tre libri successivi che ha scritto).

2. I costumi. Anche per me, digiuna convinta di calcio, è impossibile immaginare una squadra di serie A con la maglia nera. È sempre lutto nazionale?
E i vestiti delle mogli? Ho visto chiaramente i marchi “Guru”, “Datch” e “Monella Vagabonda”! E non mi dite che negli anni 2000 andavano, no. La moglie di uno strapagato calciatore che veste come la bimbaminkia del caso, non è credibile.
E i mariti se non si allenano? Sembrano, rispettivamente, uno scaricatore di porto, un emule de “I Cugini Di Campagna” e Mario l’ortolano.

3. Lo stile di vita. Questi giocatori bevono, sono alle feste tutte le sere, mangiano schifezze e ci danno giù come i ricci (pure con i mignottoni, tra l’altro). Ma non erano atleti? Non è un documentario, d’accordo, ma almeno un po’ di verosimiglianza non guasta mai. Verosimiglianza, è la parola d'ordine!

4. Le location. Alcune case son belle, non ci piove, ma i locali?! Dai, pure io ci riuscivo a farli sembrare veri! Sono stanzoni con tre luci colorate e quattro tavoli! E lo spogliatoio dell’Olimpia (squadra fittizia, NdV)? Nemmeno al centro benessere c’è la doccia con l’oblò…! E badate che io ho l’abbonamento a Sky Sport, quindi li vedo gli spogliatoi della serie A (è l’unica parte che guardo della partita)!

5. Recitazione. NP, davvero. E lo dice una che alla fine salva tutti, Garko che fa il siculo con la Torrisi, compreso. Ma qui siamo sotto il limite della decenza, oltre l’umana tolleranza. Paragonabile alla recita di fine anno delle medie, per darvi un termine di paragone.

La domanda “perché lo guardi?”, è lecita. Ma si torna lì, a me il trash svuota la mente, libera e rilassa.
E qui è come se m’avessero fatto una lobotomia (il top, quindi, di lunedì sera).


*Citazione di una delle protagoniste, ad una cena fra donne