mercoledì 11 aprile 2012

Il primo amore non si scorda mai

Poi la Pasqua è passata, ma in realtà non me ne sono nemmeno accorta, che sembrava di trascorrere il ponte dei morti (che poi sono i santi, ma da noi si dice "i morti"), invece che la santapasquadinostrosignorerisorto.
Di tutto quello che volevo fare, non ho fatto gnente.
Talmente gnente, che mi sono ritrovata a guardare il film di Dylan Dog.

Ora.
Dylan Dog è uno dei miei amori giovanili (secondo solo a Topolino) che non si sono persi con l'età adulta e che sono poi diventati una vera e propria passione (che, tanto per dire, con uno così non dispiacerebbe nemmeno).
Mi sono innamorata leggendo dalla collezione di mia cuggina (all'epoca adolescente) il n°34 "Il Buio", quando avevo 10 anni e non riuscivo a cogliere le citazioni-il pulp-le metafore. Mi colpirono però i disegni, le donne nude (prima di allora, la mia esperienza con il fumetto era circoscritta a Topolino e, botta di femminilità, Minnie&Company) e la paura tangibile (tant'è che poi dormii per un mese con la luce accesa).
Da lì in poi, ogni volta che potevo, leggevo un albo: ogni volta c'era Dylan bello (d'altro canto è ispirato a Rupert Everet alla prima maniera, dell'epoca in cui si era ancora convinti che George Michael non fosse gay) e tanto tenero, una figa che s'innamorava di lui e con cui faceva all'ammòre (e che io provavo a disegnare), un componente horror che non finiva mai del tutto e che mi lasciava con le palpitazioni.

Da adolescente lessi tutti i numeri, in fila. Coglievo le citazioni, copiavo qualche perla di filosofia spicciola sul diario (che noi, giovani ante facebook, le citazioni le scrivevamo sulla smemoranda con i pennarelli e i brillantini, mica sulla bacheca virtuale!), se ne parlava con i tipi un po' decadenti della scuola (che DD era un fumetto da pseudo-intellettuali), ragionavo sul numero 74 "Il lungo addio" decretandolo il numero migliore in assoluto e aspettavo con ansia i numeri speciali a colori (in quel periodo il 100 e il 121, gli altri ero già abbastanza adulta per notare il sovrapprezzo, prima che le tavole a colori).

Oggi, mi piace meno, è diventato un po' troppo ripetitivo, ha abbandonato l'orrore per abbracciare il genere thriller, ma ancora lo compro quando capita. Dylan è una specie di vecchio amico, mi ha dimostrato che esistevano fumetti per adulti ed è stato l'iniziatore che mi ha mostrato cosa ci fosse al di là dell'infanzia.

Con pregiudizio, vedo che il film su di lui (non Della morte Dell'amore, ma il film vero!) è disponibile su Sky. Fuori piove, io son sola a casa, perchè non provarci? Una possibilità l'ho concessa anche al seguito di "Via col Vento" (per la cronaca ,"Rossella" è una cagata pazzesca!), non posso rifiutarla a Dylan.

GRAVE ERRORE.
Non è un film per i lettori del fumetto (celo). Non è un film per gli amanti dell'horror (manca). Non è un film per chi ama la comicità all'inglese (celo). Non è un film per chi apprezza l'adrenalina (manca). Non è un film per chi ama gli effetti speciali (celo).
É un film per i fan di Buffy-L'ammazza vampiri (che non ho mai visto per più di 6 minuti consecutivi) (manca).
Senza spessore, senza trama (inteso come intreccio), senza valore per chi ha superato i sweet16 da più di qualche ora, essenzialmente già visto e già sentito.
Praticamente degno del ciclo "Alta Tensione" di Canale5, ma rivolto al target della MTV generation.

E non lo dico da purista del fumetto, lo dico da spettatrice che non riesce ad appassionarsi, che si aspetta qualcosa da un titolo che conosce (tipo suspance, atmosfere dark, introspezione) e non un ragazzetto belloccio che imbraccia un fucile e spara -nell'ordine- a: zombie, vampiri, licantropi (le streghe, no? Perchè questa discriminazione? Voglio parlare con il direttore!) senza alcun motivo che vada oltre il dualismo buono-cattivo.
Manca di tutto quello che va oltre, in pratica di una sceneggiatura, che possa reggere sullo schermo per la durata di un film (e non di un videoclip) e possa dare ai personaggi un carattere, una carica, un qualcosa che li possa definire verosimili (e non parenti stretti di Action Man).

Più che altro si poteva evitare di chiamarlo "Dylan Dog" e di usare lo stesso lettering, che io almeno mi risparmiavo un paio d'ore di brutto cinema (amici della Bonelli, spero vi abbiano pagato profumatamente i diritti d'autore, visto lo scempio) e mi guardavo una puntata di "Abito da Sposa cercasi".

Dylan perdonali, perchè non sanno quello che fanno.

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