Di questa estate senza mare, di questi mesi in cui tutti vanno in ferie tranne me, di questo caldo serpente che m'ha portato ad aver nostalgia del cappello di lana con i pon pon e del pellicciotto like Caterina di Russia e delle tante serate sceme che ho passato in giro, ci sarebbe da raccontare.
Ma c'è una cosa di cui voglio parlare (e ne parlerò tanto: prima, dopo e durante!), di cui sono davvero molto felice ed entusiasta.
Vado a New York.
La mia prima (ed unica) volta nella grande mela è stata nel 1998: avevo quattordici anni, i capelli cortissimi e viaggiavo con mamma - babbo - fratello.
Al rientro, mentre l'aereo decollava dalla più sconfinata metropoli che abbia mai visto, giurai a me stessa che sarei tornata, che l'avrei vista di nuovo, che io e Miss Liberty avevamo ancora qualcosa da dirci.
E poi sono trascorsi diciassette anni: hanno girato sei stagioni (e due film orribili) di Sex And The City, sono crollate le torri (su cui salii, all'epoca), è crollata la borsa di Wall Street, hanno ricostruito Ground Zero, hanno prodotto Gossip Girl e hanno girato innumerevoli film senza che io potessi mai tornare.
Quest'anno, complici le ferie strane di una delle mie migliori amiche e i post entusiastici di Laura, la voglia di attraversare l'Atlantico è tornata, prepotente.
Si è poi aggiunta una mega offerta sui biglietti aerei.
E infine, le meravigliose stanze a disposizione su Airbnb hanno chiuso il cerchio.
Senza rendermene bene conto ho cliccato su "acquista" e mi sono ritrovata due biglietti aereo a/r intestati a me e alla mia amica, per ottobre.
Sarà un Autumn in New York.
Sarà una vera estate indiana.
Sarà come volevo che fosse nel secolo scorso.
Sarà come Carrie e Serena insieme.
Sarà un desiderio che si realizza.
Quindi sì, ne parlerò di questo viaggio a NYC, ne parlerò parecchio: di cosa farò per prepararmi, di cosa farò là, di cosa visitare, di dove andare a mangiare, del dubbio se sia meglio il New York Pass o il City Pass, delle canzoni da mettere nella playlist per il volo e di tutta una serie di cose che al momento mi sfuggono.
Ma già adesso, quando guardo i biglietti nel cassetto e le ricevute per ritirare il passaporto, sento il cuore in gola.
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