giovedì 15 gennaio 2015

Extension for dummies

Parliamo di cose serie, di cose di estrema importanza, di robe che hanno un valore incommensurabile per noi donne.

Parliamo di capelli, croce e delizia di ogni donzella che si rispetti. Chi li ha biondi li vorrebbe mori, chi  li ha lisci li vorrebbe ricci (e viceversa), chi ne ha tanti ne vorrebbe meno, chi li ha crespi vorrebbe poter portare un caschetto ma tutte queste cose le sapete già e le sperimentate ogni giorno, lo so. Non esiste donna che si senta soddisfatta della sua capigliatura, manco fossimo tutte Sansone.

Ma soprattutto, non esiste donna che almeno una volta nella vita non abbia desiderato una chioma luuuunghiiiisssssiiiiiimaaaa e fluente, stile Barbie Frisè.

Ebbene, a proposito di questo, voglio fare outing.
Io non ho i capelli lunghi.
Io ho le extension.
Ma soprattutto, io amo profondamente le mie extension.

Di conseguenza, vorrei fare un po’ di chiarezza, sfatare i falsi miti e spiegare bene come funziona il tutto.

(Tratto da una storia vera.)

Partiamo dall’antefatto.Io ho i capelli più crespi che mossi: boccolosi e morbidi sotto, modello cugino IT sopra. Tali capelli (che da oltre dieci anni vengono sottoposti a piastra) stanno anche diventando molto bianchi (soprattutto sulle tempie e sopra, sulla divisa), di conseguenza vengono tinti alla radice dal… boh, mi pare di ricordare dal 2009.

Li tagliai, sotto l’egida di Santa Katie Holmes madrina dei capelli perfetti e dei matrimoni d’interesse, ottenendo un cortissimo caschetto nel dicembre del 2010, dopo oltre un biennio di capello medio lungo. Il taglio era molto carino, ma anche molto ingestibile per chi –come me- non è una liscia naturale.


Da allora, negli ultimi quattro anni, ho cercato di farli allungare, peccato che –usando la piastra pressoché quotidie- le punte si spezzino/sdoppino/sfibrino di continuo rendendo necessaria una spuntatina trimestrale.


Quest’estate sono giunta alla massima lunghezza ottenibile, seppur con delle doppie punte così grandi che, ogni volta che li spazzolavo trovavo mezzo toupe di Moira Orfei per terra.


A settembre (come le nonne insegnano) ho tagliato via tutta quell’ecatombe di capelli sfiniti.
A ottobre li guardavo con tristezza.
A novembre ero quasi convinta a prendere degli integratori per farli crescere.
A dicembre sono stata convinta a provare le fate madrine di ogni desiderio capillare, altresì dette extension.

Io ho messo quelle a base di cheratina (cioè applicate con una colla speciale –cheratina- ai propri capelli, a piccolissime ciocche), non solo perché garantiscono un effetto molto naturale, ma anche perché si i capelli si possono raccogliere e legare senza alcun problema e –soprattutto!- senza che si vedano le attaccature posticce.
È bene però specificare che ne esistono di qualunque tipo (cucite, intrecciate, mobili), adatte a esigenze diverse dalle mie o a capelli con caratteristiche dissimili.

Per applicare le extension occorrono i seguenti ingredienti:
- Un/a parrucchiere/a bravo/a et capace;
- Almeno centinaio di euro (variabile in base alla lunghezza di partenza dei capelli);
- Molta pazienza;
- Sopportazione per le prime dodici ore. 

Essenziale è trovare un professionista che conosca il lavoro. Ripeto, essenziale.
L'operazione non è semplicissima, sia intermini di effetto finale che di salute del capello, quindi bisogna andare da chi sa farlo e sa farlo bene.
Costano, è vero, ma basta farle una volta per capire che il prezzo non è fatto solo dalla materia prima, ma anche da una sacrosanta professionalità.
Quindi no improvvisati, no ciarlatani, no poca spesa tanta resa.
Il parrucchiere capace è l'elemento essenziale per una riuscita di livello.

La mia situazione di partenza era medio lunga (io la definirei media, ma la mia parrucchiera sostiene che la lunghezza media è un'altra cosa!) e, avendo moltissimi capelli e decisamente grossi, volevo solo allungare, quindi  me la sono cavata con 35 ciocche (che non sono tante).
Queste 35 ciocche sono di vari colori (castani scuro, castano chiaro, biondo miele), in quanto i capelli (anche se mai colorati, figurarsi i miei che hanno il bayalage!) non sono uniformi, quindi è importante "mischiare" per evitare l'effetto "coda di topo" attaccata dietro. 

I capelli devono essere prima lavati (solo con lo shampo!) e asciugati ad cazzum, senza alcun prodotto, senza nessuno styling: devono essere come natura vuole. Io sembravo uno dei cugini di campagna, per la cronaca.

Dopodichè, con molta pazienza, si applicano le ciocche, solitamente a metà testa/sotto (credo che in gergo tecnico si definisca "corona"): con un robo -che somiglia ad una pistola di colla a caldo- si scioglie la cheratina che è nell'estremità della ciocca e si fa aderire all'attaccatura dei propri capelli.

Non è doloroso.
Non è fastidioso.
É solo noioso.

Finita l'operazione, inizia il deliro di onnipotenza: dato che le extension sono lunghe e  non sono ancora tagliate, ci si ritrova con i capelli che arrivano alla vita e ci si sente come Raperozolo, anzi MEGLIO di Raperonzolo!
Sono momenti in cui non ti capaciti, tocchi quei capelli bellissimi (perchè sono bellissimi, morbidi e lisci come mai nella vita!) e lunghissimi e cominci a sentirti meglio di Federica Panicucci ai tempi del Festivalbar, più bella di Lady Lovely e dei suoi scoiattolini colorati, più invincibile dei codini di Sailor Moon, più forte di Jo prima che vendesse la treccia per il padre malato.

Superato il picco di endorfine dovute alla chioma fluente sempre sognata, bisogna tagliare e creare un effetto che non faccia accorgere dell'inganno.
Solitamente si fa un taglio scalato, leggermente più corto davanti e più lungo dietro.Veder cadere quei centimetri appena messi è uno strappo al cuore, lo ammetto, ma non dobbiamo scordare che il nostro obiettivo non è diventare sosia di Alains Morisette-1996-version.

Una volta tagliato, si da una piega degna e d'un tratto quel desiderio mai realizzato di capelli che superano abbondantemente la metà schiena (il limite, lo sappiamo tutte!, è l'elastico del reggiseno), è divenuto realtà.

Personalmente, ammetto di aver passato le prime sei ore ad accarezzarmi le lunghezze, con un'espressione tra la beatitudine spirituale, la felicità che precede l'overdose e il terrore di perdere qualche ciocca.
L'effetto è stato questo:


La sopportazione entra in gioco durante la prima notte.
Infatti le "palline di cheratina", una volta appoggiata la testa al cuscino, si sentono: la sensazione è quella di avere delle forcine in testa. Ora, a me non hanno dato fastidio in quanto mi capita di dormire con i bigodini (true story), però se siete di quelle che avvertono anche un ciglio caduto potrebbe essere antipatico.
La sensazione rimane per le prime ventiquattr'ore ed è estremamente personale, ripeto però che per me non è stato affatto strano o fastidioso.

Man mano che sono passati i giorni, l'euforia ha lasciato il posto alla paura: paura di non essere in grado di lavarsi capelli senza fare scempio del lavoro e paura di avere una matassa informe sopra (i miei capelli) e seta purissima sotto (le extension).

In realtà entrambe si sono rivelate infondate. I capelli con le extension si lavano esattamente come i capelli senza: molta acqua + shampoo (x2) + balsamo / maschera + molta acqua. L'unica accortezza da avere è non lavare i capelli a testa in giù, nel lavandino (ma credo che siano dieci anni che non mi capita).
Una volta tamponati si pettinano normalmente, nessuna menata particolare.
Certo, bisogna spazzolare con grazia, ma non è che prima mi accanissi con la spazzola contro il mio cuoio capelluto.
L'asciugatura, invece, regala delle soddisfazioni enormi: si può fare alle lunghezze qualunque cosa (liscio piombato, boccoli, beach waves) e loro non solo reggono la piega, ma la reggono bene.
Dopo il primo lavaggio l'effetto è risultato ancor più naturale, in quanto le ciocche applicate si fondono perfettamente con i capelli, prendendo i pregi e i difetti (non so come sia possibile, ma giuro, che se li tocco io non riconosco il vero dal finto!): le mie - ad esempio- sentono l'umidità e sono leggermente mosse esattamente come i miei capelli naturali.

La conferma della naturalezza del lavoro me l'hanno data dei colleghi che, nei giorni successivi, mi hanno detto *ma quanto ti sono cresciuti i capelli in questo periodo?*, facendomi poi gongolare per ore.

Insomma, io ne sono più che soddisfatta e mi rimangio tutte le male parole spese, negli anni passati, nei confronti delle santissime extension.

Certo, un difetto ce l'hanno anche loro: non durano per sempre (ma circa cinque mesi, si può arrivare fino a sei-sette nei casi migliori).
Ecco, io a pensare di separarmene già sono in lutto.

1 commento:

  1. Mi stai facendo venire voglia di capelli lunghi e non va bene! Cioè, non sto bene col capello lungo.
    E che mi hai fatto ricordare: Lady Lovely! Avevo la bambolona <3

    Lu.

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